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<<Il>> sistema antisismico borbonico: analisi storica, meccanico costruttiva e sperimentale

dc.contributor.authorRuggieri, Nicola
dc.contributor.authorBartolino, Roberto
dc.contributor.authorZinno, Raffaele
dc.date.accessioned2017-11-09T13:48:57Z
dc.date.available2017-11-09T13:48:57Z
dc.date.issued2014-11-25
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10955/1281
dc.descriptionScuola di Dottorato Scienza e Tecnica "Bernardino Telesio" Ciclo XXVII, a.a. 2014en_US
dc.description.abstractIl 1783 segna per la Calabria una data infausta, un terremoto dalle proporzioni inaudite colpisce la Calabria Ulteriore con repliche che continuarono incessantemente per circa tre anni. Le conseguenze furono catastrofiche intere città completamente rase al suolo, circa 30.000 morti a cui si aggiunsero ulteriori 5.000 per gli stenti successivi al terremoto, l’economia della regione completamente annientata. Ferdinando IV in maniera tempestiva attua una serie di iniziative tra le quali la promulgazione delle Istruzioni generali, il primo regolamento antisismico di Europa. Tale codice rappresenta la sintesi dei più avanzati principi della nascente ingegneria antisismica, come il perseguire la connessione delle pareti murarie e quindi l’”effetto scatolare”, la regolarità in pianta ed in alzato, la riduzione della massa sismica. L’attuazione delle Istruzioni Borboniche è rappresentata da un sistema costruttivo costituito da muratura rinforzata da telai; una tecnologia che si fonda su un sapere costruttivo intorno alle strutture di legno esistente in Calabria da tempo immemore. Infatti, già durante la civiltà italica, modellini fittili scoperti a nord di Sibari, testimoniano un utilizzo d’intelaiature irrigidite da croci di sant’andrea; altri esempi di edifici a struttura lignea, oltre a quelli di epoca romana caratterizzati dall’opus craticium presenti nel Regno di Napoli e a costruzioni relative alla prima conquista Normanna, sono descritti in alcune cronache d’epoca del XVII e XVIII secolo. La riedificazione successiva all’evento tellurico del 1783 previde una buona organizzazione degli interventi, vera e propria protezione civile ante-litteram e lo sviluppo di diverse tipologie di edifici “baraccati”, tra i quali, forse il più noto, quello incluso nel trattato di Vivenzio e indicato come “Case formate di legno”. I catastrofici terremoti del 1905 e 1908 “collaudarono” il sistema, che diede prova di una corretta risposta ad azioni di tipo dinamico mostrando, unico dissesto comune alle diverse costruzioni Borboniche analizzate, per apparecchi murari non eseguiti a regola d’arte, il ribaltamento di porzione di paramento murario esterno. La campagna sperimentale, che ha incluso prove cicliche quasi statiche su riproduzioni in scala 1 a 1 di parete Borbonica, ha mostrato un appropriato comportamento del campione sotto azioni cicliche, in cui la muratura, almeno per spostamenti di non importante entità, viene riportata al cessare dell’azione della forza orizzontale, nella posizione originaria o prossima grazie alla presenza del telaio ligneo caratterizzato da un’alta flessibilità. Il telaio di legno non ha mostrato alcuna deformazione non reversibile o lesione per tutta la durata della prova, mentre piccole lesioni nei giunti di malta ed espulsioni di pietra hanno caratterizzato il riempimento di muratura. La durabilità del sistema risulta limitata nonostante i diversi accorgimenti suggeriti dalle Istruzioni, a causa dell’alto tenore di umidità generato nell’apparecchio murario e quindi di condizioni favorevoli per attacchi di tipo biotico.en_US
dc.description.sponsorshipUniversità della Calabriaen_US
dc.language.isoiten_US
dc.relation.ispartofseriesICAR/19;
dc.subjectMuratureen_US
dc.subjectCostruzioni antisismicheen_US
dc.subjectTelaien_US
dc.title<<Il>> sistema antisismico borbonico: analisi storica, meccanico costruttiva e sperimentaleen_US
dc.typeThesisen_US


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