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dc.contributor.authorCastiglione, Federica-
dc.contributor.authorBencardino, Francesco-
dc.contributor.authorCanonaco, Brunella-
dc.contributor.authorBencardino, Francesco-
dc.date.accessioned2019-11-11T09:22:43Z-
dc.date.available2019-11-11T09:22:43Z-
dc.date.issued2019-05-10-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10955/1786-
dc.identifier.urihttps://doi.org/10.13126/unical.it/dottorati/1786-
dc.descriptionDottorato di Ricerca in Scienze e Ingegneria dell’Ambiente, delle Costruzioni e dell’Energia. Ciclo XXXIen_US
dc.description.abstractLo studio condotto nel percorso di dottorato si pone il problema del peculiare rapporto tra l’esigenza della conservazione e della riqualificazione architettonica e urbana dei tessuti storici e la necessità di conseguire, in tali ambiti, gli adeguati livelli di sicurezza e resilienza nei confronti degli eventi sismici. Si pone, quindi, il fine di definire un nuovo e rinnovato concetto di vulnerabilità sismica, esteso dal livello dell’edificio a quello dei centri storici nella loro complessità, e di proporre una metodologia speditiva per la sua indicizzazione che tenga in considerazione tanto gli aspetti strutturali, quanto quelli architettonici, urbani, evolutivi e di fruizione. Una tale procedura metodologica, quindi, viene proposta per porsi quale base per la programmazione di interventi, alla scala urbana e alla scala dell’edificato; al fine di guidarne le azioni progettuali volte alla riduzione del rischio sismico nel rispetto dei caratteri storici, tipologici e, in generale, identitari dei nuclei consolidati. La tematica analizzata dal progetto di dottorato, pertanto, va inquadrata non solo dal punto di vista culturale, per l’importanza che assumono i nuclei consolidati e per la salvaguardia dei valori di cui sono portatori ma, anche, nell’ambito delle iniziative legislative, sia cogenti che d’indirizzo, che promuovono un recupero complessivo dei comparti consolidati, nel rispetto della sicurezza sismica del patrimonio edilizio ma, soprattutto, dell’incolumità dei fruitori. È, inoltre, in linea con quanto previsto per la redazione di piani di evacuazione e per la pianificazione dell’emergenza: la procedura metodologica proposta, infatti, si pone quale base per la stesura di piani per la Condizione Limite di Emergenza (C.L.E). In tale panorama scientifico si colloca la ricerca condotta, che propone una lettura innovativa di “vulnerabilità”, intesa con accezione “urbana”, e una metodologia spediva e semi-quantitativa per il calcolo di un “indice di vulnerabilità complessiva strutturale-urbana” concepito in modo da tener conto dell’interrelazione tra tessuto urbano e tessuto costruito e delle reciproche influenze. Innanzitutto, la metodologia progettata viene letta, all’interno della tesi di dottorato, nell’ampio filone architettonico, ormai consolidato da decenni, della progettazione parametrica, di cui si ricordano, fra le altre, le sperimentazioni condotte da Luigi Moretti per gli stadi, da Sergio Musmeci per il ponte sul Basento (Potenza), da Le Corbusier e Iannis Xenakis per il Padiglione Philips nonché da Antoni Gaudì con lo studio delle volte. La comparazione con quanto già fatto in tale ambito e con i paradigmi e gli assiomi ormai assunti all’interno di tale approccio progettuale, normalmente applicato alle costruzioni ex novo, mette in luce l’innovazione del lavoro presentato nel rapportare la tematica della progettazione parametrica a quella della vulnerabilità dei contesti storici; facendo proprie le opportunità insite nei processi progettuali parametrici, integrando e gestendo una complessa serie di variabili proprie della vulnerabilità urbana dei contesti consolidati. Infatti, la metodologia di valutazione delineata trova riscontro nell’esplorazione e nella generazione di sistemi formali “aperti” e nel controllo della complessità. Inoltre, il contributo della seguente tesi vuole essere di nuovo respiro con la formulazione di una metodologia dai contributi innovativi. L’“indice di vulnerabilità complessiva strutturale-urbana”, per come definito infatti, dipende da innumerevoli parametri: non soltanto quelli prettamente strutturali (ad oggi gli unici ad essere analizzati nelle tematiche relative la vulnerabilità sismica dei nuclei consolidati) ma, anche, quelli riconducibili alle caratteristiche tipologiche, morfologiche, architettoniche ed evolutive dei siti di insediamento, dei percorsi e degli spazi aperti. La tesi di dottorato, poi, è stata finalizzata alla progettazione di una metodologia speditiva, che muove dalla scala urbana a quella dell’aggregato, di cui si sono esplicitati gli aspetti procedurali e processuali, le finalità, i campi e le modalità di applicazione nonché gli strumenti adoperabili per la sua applicazione su casi reali. La metodologia ideata, che gemma da uno stato dell’arte ancora esiguo in materia, consente l’estrapolazione di indici di vulnerabilità urbana, relativi ai differenti quartieri ovvero all’intero centro storico. Infatti, attraverso l’attribuzione di punteggi ai parametri identificati quali concorrenti alla vulnerabilità complessiva definita dalla tesi, la metodologia consente, in modo speditivo, di quantificarla per unità territoriali omogenee (per caratteristiche costruttive ed evolutive). Al fine di delineare l’approccio metodologico ma, soprattutto, per l’individuazione dei parametri da analizzare e per l’attribuzione dei punteggi è stata essenziale e determinante l’anamnesi approfondita dello stato dell’arte riferito a tre settori tematici: le modalità di valutazione della vulnerabilità sismica, la conoscenza di nuclei consolidati e delle loro caratteristiche peculiari (morfologiche, tipologiche, urbane, materiche, tecnologiche e costruttive) nonché lo studio degli eventi sismici,storici e moderni, al fine di evidenziarne le criticità. Proprio dallo studio approfondito dello stato dell’arte, riportato nella seconda parte della presente tesi, quindi, sono gemmate le considerazioni e le valutazioni confluite nella metodologia delineata. Al fine di consentire il calcolo numerico dell’indice di vulnerabilità complessiva e di delineare una metodologia applicabile nella pratica reale di governance del territorio, poi, sono stati progettati gli strumenti da utilizzare per l’applicazione del metodo: delle schede di catalogazione, compilative e informatizzate già predisposte con formule e punteggi per l’estrapolazione dei valori numerici. Infine, la ricerca condotta nella tesi di dottorato, ha visto lo sviluppo di due applicativi sperimentali: uno, di tipo numerico di modellazione strutturale, volto alla definizione di linee metodologiche per l’implementazione, con nuovi contributi, dell’approccio metodologico definito dalla tesi stessa; l’altro volto alla verifica e all’applicazione della metodologia proposta ad un caso studio, identificato nel centro storico della città di Cosenza e in un suo quartiere campione. Quest’ultimo ha permesso di validare, non solo, la procedura metodologica proposta dalla tesi di dottorato attraverso l’applicazione di tutte le fasi definite, ma anche gli indici di vulnerabilità proposti e, inoltre, ha consentito di verificare l’effettiva funzionalità dei fogli di calcolo informatizzati, progettati e implementati. Concludendo, quindi, il lavoro presentato, che ha condotto alla definizione di una metodologia, unica nel suo genere, finalizzata all’indicizzazione della vulnerabilità urbana dei nuclei consolidati (anch’essa proposta ex novo), vuole essere innovativo e all’avanguardia nel panorama scientifico attinente alla tematica affrontata e porsi quale primo passo verso la definizione di procedure di prevenzione consolidate e corroborate a servizio delle pratiche di progettazione e rigenerazione, architettonica e urbana, dei centri storici.en_US
dc.description.sponsorshipUniversità della Calabriaen_US
dc.language.isoenen_US
dc.relation.ispartofseriesICAR/14;-
dc.subjectConsolidamentoen_US
dc.subjectTerremotien_US
dc.subjectProgettazioneen_US
dc.titleVerso la definizione della vulnerabilità urbana dei nuclei consolidati: un approccio metodologico per la sua indicizzazioneen_US
dc.typeThesisen_US
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