dc.description.abstract | Il weathering attraverso i suoi processi di degradazione chimico-fisica porta al disfacimento
delle rocce cristalline con conseguente formazione di una coltre più o meno spessa di roccia
alterata, a grado di alterazione variabile sulla base delle trasformazioni subite dalle
caratteristiche originarie del bedrock inalterato, che condiziona la stabilità e l’evoluzione dei
versanti in cui affiorano gli ammassi rocciosi (Deere & Patton 1971; Ietto, 1975; Fookes, 1978;
Hencher et al. 1984; Brand 1985; Critelli et al., 1990,1991; Cascini et al., 1992; Gullà et al.
2004; Borrelli et al. 2007,2014,2015). Inoltre, la dinamica evolutiva dei versanti risulta
fortemente influenzata dai fenomeni di erosione, dai movimenti in massa e dalla presenza di
strutture tettoniche e/o fratturazione. La tettonica, infatti, oltre a dare un notevole contributo
allo sviluppo dei processi alterativi attraverso il disfacimento meccanico delle rocce lungo i
piani di discontinuità e il possibile trasferimento delle acque meteoriche in profondità secondo
direzioni preferenziali, svolge un ruolo rilevante nell’evoluzione dei fenomeni franosi con
controllo sui cinematismi che li caratterizzano. Tali fenomeni di instabilità, non facilmente
riconoscibili poiché attuatisi in tempi brevi e senza segni premonitori chiaramente identificabili,
diffusamente intaccano, con le più svariate fenomenologie franose, le rocce cristalline
intensamente alterate che costituiscono l’ossatura del Massiccio della Sila, e più in generale, la
maggior parte dei massicci calabresi con una presenza di circa il 25% dell’intero territorio
regionale (Guzzetta, 1974; Ietto, 1975; Cascini et al., 1988, 1992). Nell’analisi di
degradazione delle rocce cristalline calabresi bisogna tener conto della storia geologica
complessa ed estremamente attiva che rende la Calabria un territorio unico ma presentante i
principali fattori di predisposizione ai fenomeni franosi. Tale passato geologico ha visto, nel
tempo, il susseguirsi di diverse fasi tettoniche che hanno portato alla strutturazione del
massiccio silano fino alla conformazione attuale, con i derivanti stati di fratturazione e
fagliazione, nonché il verificarsi dei processi di weathering che hanno intaccato le rocce fin
dalle prime fasi del rapido sollevamento di detto edificio cristallino, con produzione di un
profondo mantello di alterazione dell’ordine di decine di metri preservato nel tempo ed
attualmente esposto a seguito dell’intensa erosione verificatasi nella regione (Guzzetta, 1974).
I volumi di roccia alterata che si estendono dalla roccia madre “fresca” fino alla superficie
topografica e per definizione corrispondono al profilo di alterazione, variano in profondità nel
territorio calabrese sotto l’influenza di molteplici fattori interagenti (clima, tempo, tettonica e
rilievo) che ne controllano l’età o determinano il ringiovanimento dei fronti stessi (Scarciglia,
2015). Determinare l’età e l’origine della coltre alteritica in un contesto che vede l’interazione Ad integrazione dei dati ottenuti, una successiva fase sviluppatasi in laboratorio, attraverso
appropriate analisi minero-petrografiche e geochimiche dei campioni appartenenti alle diverse
classi di alterazioni, ha condotto alla caratterizzazione del grado di alterazione in profondità ed
ha determinato, inoltre, la possibilità di creare una modellazione predittiva che permette di
valutare l’evoluzione mineralogica al procedere del weathering, ovvero le modalità e le
principali trasformazioni (fase primarie disciolte e fase secondarie precipitate) che interessano i
litotipi gneissici durante l’interazione acqua- roccia.
I risultati delle indagini hanno consentito di affermare come i diversi aspetti del weathering
analizzati siano connessi tra di loro, e le relazioni esistenti tra caratteristiche geologiche,
strutturali, minero-petrografiche del weathering si riflettono sulle proprietà fisico-meccaniche
dei terreni, sul loro comportamento reologico, concorrendo ad influenzare lo sviluppo dei
fenomeni franosi.
La metodologia applicata può rappresentare uno strumento utile per la pianificazione dell'uso
del territorio e può proficuamente consentire di caratterizzare le frane e di valutare in modo
quantitativo il rischio ad esse connesso, nell’ampio quadro conoscitivo delineato che ha fornito
uno scenario preliminare delle possibili problematiche che possono insorgere per la
pianificazione territoriale e per la realizzazione di opere rilevanti. Dunque, le indicazioni
esposte nel presente lavoro consentono di indirizzare e programmare in maniera efficace ed
incisiva gli approfondimenti di studio ed indagini necessari alla progettazione, realizzazione e
gestione di specifici interventi. | en_US |