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Le basi sociali della sostenibilità nei processi di sviluppo locale : il ruolo della partecipazione e del conflitto
dc.contributor.advisor | Pieroni, Osvaldo | |
dc.contributor.author | Bianco, Andrea | |
dc.date.accessioned | 2013-05-27T07:57:10Z | |
dc.date.available | 2013-05-27T07:57:10Z | |
dc.date.issued | 2009 | |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/10955/265 | |
dc.description | Dottorato di ricerca in Scienza, tecnologia e società, XXI ciclo. A.a. 2008-2009 | en_US |
dc.description.abstract | Il presente lavoro di dottorato attraverso l’indagine empirica su tre Agende 21 locali, due italiane – l’Agenda 21 locale di Cetraro (CS) e l’Agenda 21 locale Capo Sud (RC) – ed una nelle isole Baleari in Spagna – l’Agenda 21 locale di Calvià – intende contribuire alla discussione sulla sostenibilità locale, qui intesa come <<la capacità di un sistema territoriale locale di produrre benessere in forme durevoli, consentendo la riproduzione valorizzata allargata delle proprie risorse patrimoniali (ambientali, territoriali, umane), senza sostegni esterni e con scambi solidali e non di sfruttamento>> (Magnaghi, 2000), prendendo a riferimento il ruolo degli attori sociali operanti su un dato territorio. Le ipotesi che hanno guidato il mio lavoro, che da un punto di vista teorico si appoggiano alla scuola territorialista, sostengono che a monte della sostenibilità locale o c’è un movimento sociale, un conflitto, una mobilitazione significativa, sostenuto anche da processi di tipo partecipativo, oppure risulta difficile che questa possa essere opera dell’azione di un’amministrazione, anche seSecondo l’approccio territorialista, infatti, la sostenibilità locale è considerata sostanzialmente una questione, sociale, comunitaria, relazionale. Rifacendosi infatti agli orientamenti teorici che assumono la territorialità come un processo in continuo divenire: il territorio “locale” può essere assunto come una “costruzione” sociale che deriva dalla mobilitazione dei gruppi, degli interessi e delle istituzioni territoriali, in un processo collettivo in cui le interazioni fra i soggetti assumono di volta in volta la forma di confronto, cooperazione, conflitto. In tale contesto teorico, l’approccio territorialista alla sostenibilità e alla partecipazione, che si fonde nel concetto di autosostenibilità, è praticabile solo a condizione che gli attori locali cooperino attivamente e responsabilmente al processo, mobilitando all’interno del sistema le energie sociali per la sua condizione (ibidem), comportandosi di fatto come un “soggetto collettivo”. In talune circostanze, infatti, in determinati territori, le reti dei soggetti locali, in funzione dei rapporti reciproci che intrattengono fra di loro e con le specificità territoriali del milieu locale in cui operano e agiscono, si comportano come un <<soggetto collettivo>>, dando vita ad un Sistema Locale Territoriale orientato alla sostenibilità.Nella prospettiva territorialista il fulcro dell’azione riformatrice verso la sostenibilità proviene dunque dalla stessa comunità, che attraverso le azioni dei soggetti sociali più vitali, può diventare il soggetto attivo della manutenzione e delle trasformazioni ambientali del territorio. La letteratura su questo punto è abbastanza chiara: le politiche di sostenibilità locale non sono il risultato spontaneo dell’azione politico-amministrativa di questa o quella amministrazione, o di una determinata organizzazione territoriale, quanto piuttosto il risultato di mobilitazioni che scaturiscono dal territorio in risposta alla sua incapacità di sostenere modelli di sviluppo estranei agli stessi contesti che li ospitano. Mobilitazione implica anche un confronto dialettico, una interazione strategica tra l’insieme degli attori toccati da eventuali rischi ecologici e le istituzioni politiche coinvolte nelle decisioni pubbliche in tema di risanamento ambientale o responsabili di scelte strategiche potenzialmente insostenibili. Interazioni che si manifestano anche attraverso la contrapposizione di portatori di interessi e orientamenti apparentemente inconciliabili. Da qui la necessità della costruzione di livelli intermedi di partecipazione e deliberazione, all’interno dei quali la questione ambientale non venga relegata ad una questione tecnico-scientifica ma diventi piuttosto una questione sociale, comunitaria, relazionale, e dove partecipazione non si riduca ad una questione tecnico-formale ma diventi invece uno strumento di autoapprendimento che restituisca agli abitanti il senso di appartenenza al luogo. Sciogliere i nodi che legano la matassa delle relazioni e degli interessi locali rappresenta dunque la posta in gioco per la costruzione di una territorio che tenga realmente conto della reale complessità delle problematiche in gioco. Il ricorso alla deliberazione pubblica attraverso pratiche discorsive viene qui assunta come condizione indispensabile per l’avvio di politiche improntate alla sostenibilità. Deliberazione che nella sua forma tipico-ideale costituisce una modalità di assunzione di decisioni di rilevanza pubblica, in cui più soggetti, portatori di sistemi di preferenze e credenze diversificati, confrontano discorsivamente idee, argomenti e posizioni. Partendo da tali assunti, attraverso l’indagine empirica dei tre processi di Agenda 21 locale da una parte è stato possibile verificare l’importanza delle mobilitazioni collettive ai fini dell’implementazione di politiche orientate alla sostenibilità, dall’altra indagare su quali siano i fattori chiave che stanno alla base di tali processi deliberativi, soprattutto in merito alle dinamiche di apertura cognitiva dei partecipanti, e sull’importanza che da questo punto di vista assumono le relazioni sociali reciproche che caratterizzano i soggetti che partecipano al gioco della “deliberazione”.(English version) The present doctoral dissertation, through a field survey on three Local Agenda 21 projects, two in Italy – Local Agenda 21 of Cetraro (CS) and Local Agenda 21 of Capo Sud (RC) – and one in the Balearic Islands in Spain – Local Agenda 21 of Calvià – aims to contribute to the debate on local sustainability, here intended as “the capacity of a local territorial system to produce a long lasting welfare, allowing the improvement and an increase in value of local resources (environmental, human and territorial), without external support and with supportive trade and no exploitation” (Magnaghi, 2000), focusing on the role of local social actors. The suppositions guiding my work, that from a theoretical point of view are built on the territorialism approach, are based on the idea that local sustainability is backed by a social movement, a conflict, supported by a participative process and that it cannot only be the result of a local administration initiative. According to the territorialism approach, local sustainability substantially involves social, community and relational issues. As a matter of fact, recalling the theoretical orientations that assume territoriality as a continuous ongoing process: local territory could be defined as a social “building” which derives from the mobilization of groups, of interests and of local institutions, in a collective process in which the interrelations between actors are each time in a form of comparison, cooperation and conflict. In this theoretical context, the approach to sustainability and to participation focused on territorialism, that is merged on the concept of self-fulfilling-sustainability, is workable only if local actors actively and responsibly cooperate in the process, mobilizing within the system social energies (ibidem), acting as a “collective actor”. In certain circumstances and in specific territories, according to the relationships among actors and the characteristics of the local society, the networks of individuals behave as a ”collective actor”, creating a Local Territorial System oriented towards sustainability. In the territorialism approach, the core of the reformatory action towards sustainability comes from the community itself, as it becomes an active individual in preserving and changing local environment through the initiatives of the most vital local inhabitants.Literature on this issue is very clear: local sustainability policies are not the result of spontaneous political-administrative initiatives or of specific local organizations, but they are the effect of mobilizations that erupt from the local territory as an answer to the inability of the territory to support development patterns that do not fit those same contexts to which they are applied. Mobilization implies also debates, a strategic interaction between the different actors undergoing potential environmental risks and the political institutions involved in the decision making process aimed at protecting the environment or responsible of strategic decisions that are potentially unsustainable. Interactions can be the result of dialectical conflicts between stakeholders and apparently irreconcilable orientations. In this context there is a need to build intermediate levels of participation and deliberation, in which environmental concerns are not relegated only to technical and scientific debates but also involve the social, community and relational dimension, and where the participation becomes an instrument of self-learning that creates among the local population a sense of affiliation with the territory. Solving the problems of local relationships and interests represents the way forward to build a local territory which is capable of dealing with the real complexity of the issues to be solved. Public decision making through public debates is assumed to be the essential condition to set up policies towards sustainability. Deliberation, that in the traditional form is a way of assuming decisions of public relevance, in which many actors, from a variety of stakeholders, discuss ideas, issues and positions. Building on such suppositions, through the field survey of the three Local Agenda 21 processes, it has been possible on one side to verify the importance on collective mobilizations aimed at implementing policies oriented towards sustainability, while on the other side to analyze which are the key factors that are guiding the deliberation processes, in particular, regarding the dynamics of increasing the knowledge of participants and the importance of the social relationships among the actors that participate to the process of deliberation. particolarmente illuminata (cosa rara). | en_US |
dc.language.iso | it | en_US |
dc.subject | Sviluppo sostenibile - Ruolo [delle] Comunità locali | en_US |
dc.title | Le basi sociali della sostenibilità nei processi di sviluppo locale : il ruolo della partecipazione e del conflitto | en_US |
dc.type | Thesis | en_US |